Sede della Provincia e della Prefettura di Varese, Villa Recalcati è una delle più significative testimonianze di architettura suburbana settecentesca italiana, edificata su un'area digradante verso il lago di Varese.
LOCATION 2O024VILLA RECALCATI
Oggi sede della Provincia di Varese e della Prefettura, Villa Recalcati nasce come residenza di delizia della nobile famiglia di marchesi milanesi, immersa in un paesaggio incantevole e rilassante.
Sviluppata a partire da un piccolo fabbricato rurale, già nel Settecento e grazie ai Recalcati, acquisì la forma a U della struttura, l’imponente ed elegante facciata e le caratteristiche del barocco e barocchetto lombardo che ancora oggi riconosciamo.
Dopo i Recalcati e i Melzi, fu comprata da Giovanni Battista Morosini, combattente del risorgimento italiano, finchè nel 1874 non fu trasformata nel Grand Hotel Excelsior, polo d’attrazione turistica in una Varese in veloce trasformazione e cuore pulsante della Belle Époque. Negli anni ospitò personaggi illustri come Verdi, Parini, Pascoli, Segantini e D’Annunzio con Eleonora Duse e nelle sue camere hanno soggiornato teste coronate di tutta Europa. Fu centro turistico d’eccellenza, rimodellato dal liberty e capace di richiamare ospiti attratti dalla meraviglia del paesaggio, dalla facilità nei mezzi di trasporto, dalla curiosità legata alle prime gare di cavalli che si svolgevano nel vicino ippodromo.
È nel 1931 che la Provincia di Varese, nata solo quattro anni prima, vi trova la sua nuova e prestigiosa sede, che tutt’oggi conserva.
Immersa in un ampio e curato giardino all’inglese, la villa è uno scrigno di tesori artistici e preziose opere d’arte, tra cui affreschi settecenteschi di Pietro Antonio Magatti e Giovan Battista Ronchelli accanto a opere di artisti del Novecento italiano. Il parco, aperto al pubblico, custodisce ancora la copia dell’urna che fino al 1972 conteneva il cuore di Tadeusz Kosciuszko, eroe del Risorgimento polacco aiutato in Svizzera dalla famiglia di Emilia, futura sposa del Morosini. Con lei intrattenne un’amicizia tanto profonda da chiedere che, alla sua morte, le fosse inviato il suo cuore (ora custodito in Polonia).